Giovedì 24 ottobre sono stata “ospite” del gruppo bibliofilo facebook Io Leggo Il Romanzo Storico, per la giornata dedicata alle curiosità: un momento per condividere notizie relative al mondo del mio romanzo, oltre la semplice SPAM o promozione; piuttosto, uno spazio per scambiarci consigli e spunti di letture.
Il giorno prima era stato appena concluso un sondaggio relativo all’epoca storica preferita. Ha vinto proprio il Medioevo :-D, così ho pensato di partire da qui, per fare qualche passo in argomento.
Riporterò in una piccola serie di post gli approfondimenti che ho postato, insieme agli utilissimi commenti di molte lettrici e lettori.
Grazie a chi ha letto e commentato, grazie a Linda Bertasi e alle admin e al gruppo Io Leggo il Romanzo Storico. Iscrivetevi, è molto bello!
Buona lettura 🙂
Buongiorno a tutte e tutti 🙂 Nel sondaggio di ieri, il periodo più votato è stato il Medioevo. Parliamone!
Io cado a fagiolo 😁 visto che il mio romanzo “La cospirazione dell’inquisitore” è ambientato nelle Marche del 1300, ovvero nel periodo convenzionalmente chiamato “Basso Medioevo”.
🌹 Dico “convenzionalmente”, perché la periodizzazione è un problema con il quale si confrontano molt* studios*: dentro la definizione di “Medioevo” ci stanno dentro MILLE ANNI!
🌹 Si fa INIZIARE il Medioevo dalla caduta dell’impero romano d’Occidente nel 476 d.C. (L’impero romano d’Oriente prosegue la sua vita, tra fasti e fasi: anche questa divisione tra mondi ha crismi affascinanti).
🌹 Per quanto riguarda la fine del Medioevo, i pareri sono discordanti: il 1492, la “scoperta” (ovvero la conquista violenta europea!) dell’America è una data usata dagli studi anglosassoni. Noi italiani abbiamo il Rinascimento, che inizia prima, già dai primi anni del 1400. E in molti indicano il 1453, l’anno della caduta di Costantinopoli, come uno spartiacque per la fine del Medioevo.
🌹 Certo è che tra il mondo del sesto secolo d.C e quello, che so, del 1350 d.C. ci passa veramente un abisso. Sono, di fatto, due periodi storici diversi: erano un tempo indicati come “Alto Medioevo” e “Basso Medioevo”, ora si usa anche la definizione di “Tardo impero” per gli anni prima del Mille.
Rientrano tutti nello stesso calderone “medioevo” solo per un’operazione concettuale iniziata nel Rinascimento, legata all’idealizzazione del periodo classico (greco e latino): in poche parole, la classicità era considerata un’epoca d’oro, e nel Rinascimento ci si sente degni di riprenderla e di misurarsi con essa.
Tutto ciò che passa in mezzo a queste due epoche “virtuose” è un’era di mezzo, un passaggio, un’epoca faticosa e oscura dalla quale distinguersi.
🌹 Tuttavia, come rileva ad esempio Jacques Le Goff nel suo bel libro-intervista “Alla ricerca del Medioevo”, il concetto di “rinascita” e di periodo oscuro prima di una catarsi è già presente prima del Rinascimento, è quasi un tòpos della cultura cristiana dei secoli immediatamente precedenti.
Dunque, secondo l’insigne medievista, il Medioevo contiene già le basi concettuali della sua svalutazione, che verrà poi portata al massimo grado negli anni dell’Illuminismo, per ragioni storiche, filosofiche e politiche.
🌹 Ma perché svalutarlo oggi, dopotutto? In quei mille anni di storia, il mondo ha visto calamità e progressi, tragedie e riparazioni, proprio come ora.
E se le nostre condizioni sono migliorate, ricordiamoci che c’è ancora molto da fare: i diritti e il benessere non sono globali, guerre sporchissime ce ne sono a mazzi, ingiustizie e abusi ancora tanti e tremendi.
A volte, purtroppo, usiamo il concetto di “medioevo” come uno scantinato della nostra immaginazione, come una comoda proiezione che ci permette di ignorare le contraddizioni di oggi. Ma il Medioevo è anche la base di molta nostra cultura, e ha visto conquiste, progressi e scoperte come qualsiasi altra epoca.
🌹 Studiarlo mi ha permesso di guardare il mio presente in modo più ricco, di amare di più il posto dove vivo, di sentire radici lontane e comuni.
Da quando studio il Medioevo, ad esempio, mi sento più europea.
E voi cosa dite? Vi piace questo periodo, e perché? 🌹
(Immagine: la rosa è un simbolo molto amato dai miniaturisti e dai pittori medievali. Non è un caso che Umberto Eco abbia scelto proprio questo fiore per intitolare il suo romanzo 🙂 Questa però è una immagine seicentesca che richiama la mitologia dei rosacroce. L’ho messa perché… è bella! 😀 )
Tra i diversi commenti al mio post, lettori e lettrici (e studios* della materia!) hanno raccontato la loro passione per il periodo. Non li riporto qui, mi sembra indelicato dato che il gruppo non è pubblico.
Segnalo solo un ottimo consiglio di lettura del bravissimo scrittore Alberto Odone:
Un ottimo saggio sul trecento e la grande peste: “Uno specchio lontano” di Barbara Tuchman. Il saggio utilizza un espediente mutuato dalla narrativa, si focalizza su un personaggio, un cavaliere di nome Evremond (non particolarmente noto ma rappresentativo della figura del piccolo nobile) e ne segue la vita, l’educazione, le avventure, regalandoci un panorama ad un tempo vasto e dettagliato. Ben scritto.
Nel prossimo post, qualche spunto per approfondire la questione della donna e della sua condizione nel periodo bassomedievale.
Se ti è piaciuto il post, dai una chance al romanzo: “La cospirazione dell’inquisitore”, Fanucci editore