Giovedì 24 ottobre sono stata “ospite” del gruppo bibliofilo facebook Io Leggo Il Romanzo Storico, per la giornata dedicata alle curiosità: un momento per condividere notizie relative al mondo del mio romanzo, oltre la semplice SPAM o promozione; piuttosto, uno spazio per scambiarci consigli e spunti di letture.
Arrivo alla fine di questa serie, con l’ultimo post!
Ho finora speso qualche parola su:
- Il Medioevo e la sua periodizzazione: quando comincia? Quando finisce? Aspetta… il Medioevo esiste?
- La condizione femminile nel Medioevo: una vitaccia, ma mai più brutta di quella nell’Età Moderna!
- I monasteri: enclave? Prigioni? O forse zone più felici, dove le donne potevano studiare, scrivere, stare tra loro, salvarsi dalla violenza maschile? Chiedo per un’amica.
- L’inquisizione medievale: un’istituzione repressiva e ideologicamente violenta, avvolta da una pornoleggenda nera che non è molto utile a capire davvero.
Concludo ora con un post più leggero: una miscellanea di curiosità che hanno arricchito la mia conoscenza e il mio amore per questo pazzo Medioevo!
🎲 Nel Medioevo si giocava moltissimo: dadi, scacchi, sassolini, tutta una serie di giochi di abilità e di “società”.
Si giocava SEMPRE a soldi.
Nel mio romanzo, a un certo punto, immagino una contrapposizione ideale tra due personaggi importanti. Uno fa strategie: è come uno scacchista. Uno invece è confusionario, impulsivo, e a volte vince per questo: è più uno da zara, ovvero da dadi.
Ok, sono i due protagonisti. Ma non dirò chi è chi 🙂
🎲 I monaci amanuensi avevano una nemesi: Titivillus, il diavolo dei refusi, che faceva dispetti e si portava via le lettere nella sua bisaccia.
In alcuni marginalia, leggiamo maledizioni del povero amanuense di turno verso il guastafeste.
Io faccio l’editor e non posso che solidarizzare: va’ ad affogarti, Titivillus, per la cuffia di Dio!
🎲 La successione e le combinazioni dei cibi erano naturalmente diverse dalle nostre, anche solo per il fatto che alcune pietanze come patate e pomodori non c’erano. (A un certo punto della revisione del mio romanzo, mi sono accorta che avevo messo Elisa a sbucciare patate! Gasp!)
Le mandorle, la cannella e il miele erano molto usati. Si mangiava anche molta carne. Le bevande erano spessissimo aromatizzate, l’acqua era praticamente una penitenza.
Quello che era come oggi, e forse di più, era l’importanza della tovaglia. La tovaglia era cruciale, non era pensabile una tavola che non l’avesse.
🎲 Le persone erano tormentate dal freddo, era un problema vero e molto patito. I letti avevano le cortine anche per questo, nelle case ricche c’erano spesso delle porte aggiuntive, una specie di stanzine di legno prima della porta vera e propria, per limitare correnti d’aria e spifferi.
Io però nel romanzo non le ho messe, sarebbe stato troppo complicato.
🎲 I bambini avevano vita molto difficile. Nelle classi agiate non venivano allattati dalle madri, ma mandati a balia. Morivano spesso, per qualsiasi cosa, e gli adulti (uomini, ma anche donne) si difendevano da questa realtà dolorosa evitando di affezionarsi troppo ai neonati.
Anche questo, immagino, contribuiva al deperimento dei bimbi.
Un triste circolo vizioso.
🎲 La cosa che mi ha colpita di più del periodo e del luogo è stata… il gran macello. Ovvero, la coesistenza di poteri che spesso entravano in conflitto.
Non è questione solo di papato contro impero: ci sono i comuni che nascono, i vescovi che vogliono comandare, i signori dei castelli che spadroneggiano, i monasteri invidiati o contrastati, i cavalieri/i pellegrini/i goliardi in giro a brigare… il Medioevo non è stato un periodo di anarchia: forse il Tardo Impero e i cosiddetti Secoli Bui sì, ma dal Mille in poi è tutta un’altra storia, ci sono al contrario troppe fonti di potere.
🎲 Ho lavorato anche su questo, per costruire un intreccio serrato e mettere praticamente tutti contro tutti: in modo avvincente, ma anche plausibile.
Elisa si trova al centro di una serie di contrasti, e nell’inquisitore trova forse una possibilità di vincere.
Dico “forse”, perché ogni scelta comporta conseguenze.
Il potere di Riccardo, il più vicino al Papa e più in alto nella gerarchia, dimostra presto delle implicazioni demoniache. E per ogni cosa ci sarà un prezzo da pagare.
Nell’immagine: Titivillus in una miniatura del XIV secolo. Praticamente “la manina” d’altri tempi. Guardate la faccia del monaco. Forse è tempo che qualcuno gli porti una birra, e anche a noi.
Fatevi con Dio, amici e amiche, salute e buonanotte! 🙏✨🌑🎲🌹
Se ti è piaciuto il post, dai una chance al romanzo: “La cospirazione dell’inquisitore”, Fanucci editore